INDICE DEI CAPITOLI LE   PROCEDURE   CONSENSUALI   DI   DIVORZIO                     -                     IL   DIVORZIO   A   DOMANDA   CONGIUNTA                     -                  IL   DIVORZIO   BREVE             IL DIVORZIO   CON   NEGOZIAZIONE   ASSISTITA            -            IL   DIVORZIO   DAVANTI   AL   SINDACO   IN   FUNZIONE   DI   UFFICIALE   DELLO   STATO CIVILE _____________________________________________ Il presente capitolo è focalizzato sulle procedure consensuali di divorzio. Per avere maggiori informazioni di tipo generico sull’istituto del divorzio,  sulle sue caratteristiche, funzioni e peculiarità ti suggeriamo di leggere i capitoli precedenti che trovi COS’È IL DIVORZIO A DOMANDA CONGIUNTA? Il   divorzio   a   domanda   congiunta   è   una   procedura   di   divorzio   che   si   svolge   in   tribunale    e   si   conclude con   una   sentenza    emessa   da   un   collegio   di   giudici   che   dispone   il   divorzio   della   coppia   e   la   disciplina cogente dei loro rapporti. “A   domanda   congiunta”    significa   che   i   coniugi   in   questa   procedura   avanzano   entrambi    al   tribunale   una sola   domanda :   un   solo   petitum.   Cioè   chiedono   congiuntamente   al   tribunale   di   disporre   con   sentenza   e rendere   obbligatoria   una   specifica   disciplina   dei   rapporti   della   coppia   che   loro   stessi   hanno   convenuto.   E’ evidente   che   il   contenuto   di   tale   domanda   deve   essere   frutto   di   un   accordo   che   precede   la   proposizione della domanda stessa. Nel   divorzio   giudiziale    invece   i   coniugi,   che   non   si   sono   accordati,   avanzano   ognuno   una   domanda   incompatibile   con   quella dell’altro   quindi   2   petitum   (es.   entrambi   chiedono   l’affido   esclusivo   per   se   dei   figli,   oppure   ad   es.   il   meno   abbiente   vuole   un   assegno divorzile   pari   a   10   e   l’altro   vuole   pagare   5).   Delle   due   domande   incompatibili   è   il   giudice   a   decidere   quale   domanda   accogliere   in tutto    o    in    parte    e    con    riferimento    alla    disciplina    dei    rapporti    patrimoniali    e    personali    relativi    ai    figli    il    giudice    decide indipendentemente dalle domande della parti e dunque può decidere difformemente da entrambe le domande. POSSIAMO ANDARE IN TRIBUNALE ED ESEGUIRE LA PROCEDURA DI DIVORZIO A DOMANDA CONGIUNTA DA SOLI, SENZA IL MINISTERO DI UN AVVOCATO? No.   La   procedura   di   divorzio   a   domanda   congiunta   prevede   la   presenza   necessaria   di   un   avvocato   art.   4 punto 7 l. 898/70 . POSSIAMO INCARICARE UN SOLO AVVOCATO PER ENTRAMBI E CONTENERE I COSTI? Si.   Questa   procedura   può   essere   eseguita   da   un   solo   avvocato   incaricato   da   entrambi   i   coniugi   art.   4 punto    7    l.    898/70 .   Naturalmente   se   i   coniugi   lo   preferiscono,   possono   scegliere   di   essere   assistiti   e   difesi ognuno da un proprio legale. IL DIVORZIO A DOMANDA CONGIUNTA E’ ASSIMILABILE ALLA SEPARAZIONE CONSENSUALE? No. Nella separazione consensuale infatti i giudici possono solo decidere di: 1 . perfezionare la procedura con l’omologazione  delle condizioni stabilite dai coniugi, o 2 . rifiutare   l’omologazione   facendo   estinguere   il   procedimento ,   se   il   collegio   ritiene   che   la   disciplina   che i   coniugi   si   sono   dati   non   è   idonea   a   curare   gli   interessi   della   prole.   Questa   ultima   soluzione   lascia   i coniugi    nello    status    quo    ante    cioè    sposati    e    non    separati,    come    se    la    procedura    di    separazione consensuale    non    fosse    stata    nemmeno    cominciata.    Pertanto,    nella    procedura    di    separazione consensuale,   o   vengono   omologate   esattamente   le   condizioni   che   i   coniugi   si   sono   dati,   oppure   il procedimento viene estinto senza alcun esito. La    procedura    del    divorzio    a    domanda    congiunta    prevede    invece    che    se    il    giudice    ritiene    che    la disciplina   che   i   coniugi   si   sono   dati   non   è   idonea   a   curare   l’interesse   della   prole,   il   giudice   stesso   attivi (art.lo   4   ultimo   coma   L.   898/70)    la      diversa   procedura   di   divorzio   contenzioso    (art.lo   4   comma   8   L.   898/70)    all’esito della    quale    il    tribunale    d’imperio,    al    posto    dei    coniugi,    detta    la    disciplina    dei    rapporti    della    coppia successiva al divorzio che i coniugi saranno obbligati a rispettare. In   sostanza   i   coniugi   nella   procedura   di   separazione   consensuale   non   corrono   alcun   rischio   di   trovarsi obbligati   al   rispetto   di   una   disciplina   che   non   hanno   negoziato   e   deciso   essi   stessi.   Con   il   divorzio   a domanda congiunta invece può avvenire proprio questo. Da   qui   i   differenti   nomi   delle   procedure:   “consensuale”    significa   fondata   sul   consenso   e   pertanto   non ammette   che   i   giudici   possano   decidere   al   posto   dei   coniugi   indipendentemente   dal   consenso   degli   stessi. “A   domanda   congiunta”    significa   invece   solo   che   i   coniugi   domandano   insieme   di   recepire   nella   sentenza   la stessa   disciplina   che   hanno   concordato,   ma   non   che   i   giudici   sono   vincolati   al   consenso   dei   coniugi   nel determinare   il   contenuto   della      sentenza.   La   procedura   di   divorzio   a   domanda   congiunta   viene   considerata una   procedura   consensuale   di   divorzio   ma   il   consenso   dei   coniugi,   in   questo   caso,   riverbera   suoi   effetti solo sulla determinazione del contenuto della domanda.   QUANDO CONVIENE USARE LA PROCEDURA DI DIVORZIO A DOMANDA CONGIUNTA?   1) Con    la    procedura    di    divorzio    a    domanda    congiunta    è    possibile    prevedere,    sulla    base    di    un accordo,   il   pagamento   dell’assegno   divorzile   in   un   unica   soluzione .   Se   tale   scelta   è   quella   ritenuta   dalla coppia    più    idonea    alla    cura    dei    propri    interessi    individuali ,    allora    non    ci    sono    alternative    se    non    la procedura di divorzio a domanda congiunta. Infatti   non   è   possibile   ottenere   il   pagamento   dell’assegno   divorzile   in   un   unica   soluzione,   né   con   la procedura    di    divorzio    contenzioso     nella    quale    è    vietato    al    giudice    disporre    una    simile    soluzione,    nell’ambito   di   una   procedura   di   divorzio   con   negoziazione   assistita    perchè   il   punto   2   dell’art.lo   6   della legge   162   del   2014   non   prevede   in   questa   procedura   la   valutazione   di   congruità   necessaria   ex.   art.lo   5 comma    6    L.    898/70    per    poter    perfezionare    la    procedura    di    divorzio    includendo    tale    soluzione.    Tale soluzione   è   poi   espressamente   vietata   dall’art.lo   12   L.   162/2014   nella   procedura   di   divorzio   davanti   al sindaco 2) Tra    le    procedure    consensuali    di    divorzio,    la    procedura    di    divorzio    a    domanda    congiunta    è suggeribile   se   vi   è   una   scarsa   probabilità   di   addivenire   ad   un   accordo.   Infatti   se   si   tenta   di   raggiungere l’accordo   con   lunghe   negoziazioni   rituali   nella   procedura   di   divorzio   con   negoziazione   assistita    e   vi   sono scarse   possibilità   di   raggiungerlo   per   una   divergenza   grave   tra   le   posizioni   dei   due   coniugi,   si   rischia   di dover   pagare   gli   avvocati   per   il   lavoro   di   negoziazione   rituale   (che   deve   durare   minimo   un   mese   art.lo   2   punto 2 lettera “a” Legge 162/2014 )  inutilmente se l’accordo non sorge. Con   la   procedura   di   divorzio   a   domanda   congiunta,   le   negoziazioni   invece   sono   brevi   e   irrituali, cosicché   se   si   rilava   rapidamente   che   è   impossibile   trovare   un   accordo   per   il   fatto   della   divergenza   grave tra   le   posizioni   dei   coniugi   si   può   incardinare   immediatamente   una   procedura   di   divorzio   contenzioso   dove l’accordo dei coniugi non è necessario. 3) E’   possibile   eseguire   una   procedura   di   divorzio   a   domanda   congiunta   con   un   solo   avvocato. Pertanto   è   una   procedura   più   economica .   Sono   invece   necessari   due   avvocati,   uno   per   coniuge,   per   la procedura    di    divorzio    con    negoziazione    assistita    e    per    la    procedura    di    divorzio    contenzioso.    Non    è necessario   nemmeno   un   avvocato   per   la   procedura   di   divorzio   davanti   al   sindaco   ma   quest’ultima   è   una procedura che ha un accesso limitato QUANDO NON CONVIENE USARE LA PROCEDURA DI DIVORZIO A DOMANDA CONGIUNTA? 1) Quando   si   vuole   controllare   il   risultato:   la   procedura   di   divorzio   a   domanda   congiunta   non consente   di   controllare   il   risultato.   Come   abbiamo   visto   sopra,   se   il   collegio   ritiene   che   la   disciplina   che   i coniugi   si   sono   dati   sia   non   idonea   alla   cura   degli   interessi   dalla   prole,   promuove   ope   lagis   (art.lo   4   ultimo coma   L.   898/70)    una   procedura   di   divorzio   contenzioso   (art.lo   4   comma   8   L.   898/70)    con   la   quale   il   tribunale   (e   non   i coniugi)   decide   la   disciplina   dei   rapporti   sia   personali   che   patrimoniali   della   coppia   dopo   il   divorzio. Pertanto   se   si   vuole   ottenere   una   specifica   disciplina   oppure   l’estinzione   della   procedura   ma   non   una diversa   disciplina   decisa   dal   giudice,   allora   è   consigliabile   usare   la   procedura   di   divorzio   con   negoziazione assistita 2) Quando   si   ha   fretta   di   divorziare:   infatti   a   dispetto   del   contenuto   dell’   (art.lo   4   punto   5   L.   898/70)    che stabilisce   che   la   prima   udienza   deve   essere   fissata   entro   90   giorni   dal   deposito   della   domanda,   per   il   fatto della   carenza   di   organico,   alcuni   tribunali   fissano   la   prima   udienza   a   distanza   di   6-9   mesi   dal   deposito   del ricorso. Pertanto non è attualmente una procedura veloce. COME SI FA IL DIVORZIO A DOMANDA CONGIUNTA? Come   sopra   detto, “a   domanda   congiunta”   significa   che   i   coniugi   avanzano   entrambi    al   tribunale   una sola   domanda    detta   petitum.   Cioè   chiedono   congiuntamente   al   tribunale   di   recepire   nella   sentenza    e rendere    obbligatoria    una    specifica    disciplina    dei    rapporti    della    coppia    che    la    stessa    ha    negoziato    e convenuto. Per   accordarsi   sul   petitum   i   coniugi   stessi   possono   discutere   semplicemente   tra   loro   e   trovare   un accordo   su   detta   disciplina    e   poi   rivolgersi   ad   un   solo   avvocato,   oppure   uno   dei   due   darà   mandato   ad   un proprio   avvocato.   Questi   scriverà   una   lettera   all’altro   coniuge   invitandolo   a   mettersi   in   contatto   con   lui, personalmente   o   per   il   tramite   di   un   legale   di   sua   fiducia,   per   provare   a   negoziare   le   condizioni   di   una domanda   congiunta   di   divorzio,   preavvertendolo   che   in   difetto   verrà   dato   corso   ad   una   procedura   di divorzio giudiziale (procedura che non necessita della collaborazione del dell’altro coniuge). Quindi   vengono   eseguite   le   trattative,   in   genere   tra   i   legali   dei   coniugi,   volte   a   tentare   un   accordo   che eviti   alla   coppia   la   più   costosa   e   lunga   procedura   di   separazione   giudiziale .   I   legali   infatti   possono   fare   una previsione    piuttosto    precisa,    fondata    sulla    propria    esperienza    e    sulla    conoscenza    delle    leggi,    circa    il risultato    che    la    coppia    conseguirebbe    se    incardinasse    una    procedura    di    separazione    giudiziale,    cioè possono   fare   una   previsione   affidabile   circa   il   contenuto   della   sentenza   che   verrebbe   scritta   dal   giudice   al posto   della   coppia   in   una   procedura   di   divorzio   contenzioso.   Quindi,   se   la   previsione   dei   due   legali   è conforme,   si   redige   un   ricorso,   che   è   l’atto   introduttivo   della   procedura   di   divorzio   a   domanda   congiunta,   e lo si deposita in tribunale. Il tribunale fissa l’udienza di comparizione dei coniugi davanti al presiedente (art.lo 4 punto 5 L. 898/70) Nell’appena   citato   articolo   si   legge   che   tale   udienza   viene   fissata   entro   5   giorni   dal   deposito   del ricorso   e   che   l’udienza   deve   avvenire   entro   90   giorni.   In   realtà   in   molti   tribunali,   attualmente,   è   raro   che tale   udienza   venga   fissata   prima   di   7-9   mesi.   Chi   ha   fretta   di   divorziare   e   ha   trovato   o   è   vicino   ad   un accordo   sul   contenuto   della   disciplina   dei   propri   rapporti   dopo   il   divorzio,   potrà   giovarsi   della   nuova procedura si divorzio con negoziazione assistita, molto più rapida. Se   le   parti   confermano   la   volontà   di   divorziare   davanti   al   presidente   o   un   suo   delegato,   la   procedura viene   presentata   dal   giudice   al   collegio   (cioè   a   3   giudici   riuniti)   che   decidono   se   le   pattuizioni   che   i   coniugi si   sono   date   sono   idonee   alla   cura   degli   interessi   dei   figli.   In   caso   affermativo   viene   emessa   (in   genere entro 10-20 giorni successivi all’udienza) una sentenza di divorzio   che conclude la procedura.
LA PROCEDURA DI DIVORZIO A DOMANDA CONGIUNTA SU
 
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