INDICE DEI CAPITOLI
  LE  
  PROCEDURE  
  CONSENSUALI  
  DI  
  DIVORZIO
    
    
    
    
    
   
  -  
    
    
    
    
    
  IL  
  DIVORZIO  
  A  
  DOMANDA  
  CONGIUNTA  
    
    
    
    
   
  -  
    
    
    
    
    
  IL  
  DIVORZIO  
  BREVE
    
    
   
  -  
    
    
  IL 
  DIVORZIO  
  CON  
  NEGOZIAZIONE  
  ASSISTITA
    
    
    
    
  -  
    
    
    
  IL  
  DIVORZIO  
  DAVANTI  
  AL  
  SINDACO  
  IN  
  FUNZIONE  
  DI  
  UFFICIALE  
  DELLO  
  STATO 
  CIVILE
  ______________________________________________
  Il presente capitolo è focalizzato sulle procedure consensuali di divorzio. Per avere maggiori 
  informazioni di tipo generico sull’istituto del divorzio,  sulle sue caratteristiche, funzioni e peculiarità ti 
  suggeriamo di leggere i capitoli precedenti che trovi 
  COSA SONO LE PROCEDURE CONSENSUALI DI DIVORZIO ? 
  Le  
  procedure  
  consensuali  
  di  
  divorzio  
  sono  
  una  
  sequenza  
  di  
  operazioni  
  con  
  effetti  
  giuridici  
  che  
  i 
  coniugi  
  possono  
  porre  
  in  
  essere  
  per  
  sciogliere  
  il  
  vincolo  
  coniugale,  
  a  
  condizione  
  che  
  la  
  coppia  
  si  
  accordi  
  sul 
  fatto di divorziare e sulla disciplina dei propri rapporti successivi al divorzio. 
  Tali  
  procedure,  
  in  
  quanto  
  di  
  tipo  
  “consensuale”,  
  sono  
  utilizzabili  
  solo,  
  come  
  appena  
  detto,  
  se  
  sia  
  già 
  sorto  
  un  
  accordo  
  tra  
  i  
  coniugi  
  sulla  
  scelta  
  di  
  divorziare  
  e  
  sulla  
  disciplina  
  dei  
  propri  
  rapporti  
  personali  
  e 
  patrimoniali  
  successivi  
  al  
  divorzio,  
  o  
  se  
  detto  
  accordo  
  sorge  
  durante  
  negoziazioni  
  condotte  
  con  
  l’aiuto  
  dei 
  propri avvocati. 
   
  COSA SUCCEDE SE NON MI ACCORDO CON L’ALTRO CONIUGE?
  Che  
  non  
  è  
  utilizzabile  
  una  
  procedura  
  consensuale  
  di  
  divorzio  
  e  
  pertanto  
  quello  
  dei  
  due  
  coniugi  
  che 
  vuole divorziare dovrà iniziare una procedura di 
  divorzio contenzioso
  .
     
  QUANDO POSSIAMO DIVORZIARE ?
  Il   
  divorzio   
  è   
  consentito   
  solo   
  dopo   
  la   
  separazione.   
  L’ordinamento   
  non   
  ammette   
  la   
  possibilità   
  di 
  divorziare senza che sia stata eseguita in precedenza la separazione personale dei coniugi, in particolare:  
  Le  
  procedure  
  di  
  divorzio  
  possono  
  essere  
  iniziate  
  dopo  
  che  
  siano  
  passati  
  almeno  
  6  
  mesi  
  da  
  momenti 
  specifici  
  della  
  procedura  
  di  
  separazione  
  di  
  rito  
  consensuale
    
  eseguita  
  dalla  
  coppia  
  o  
  almeno  
  12  
  mesi  
  dal 
  momento dell’udienza presidenziale se la coppia si è separata con 
  rito giudiziale
  . 
  (vedi  
  esattamente  
  Qui
    
  il  
  dies  
  a  
  quo  
  del  
  termine  
  detto
  ,  
  cioè  
  da  
  quando  
  esattamente  
  devono  
  passare 
  i 6/12 mesi per poter divorziare).
   
  Per  
  poter  
  divorziare,  
  la  
  separazione  
  non  
  deve  
  essere  
  stata  
  interrotta  
  da  
  una  
  riconciliazione  
  a  
  cui  
  abbia 
  fatto  
  seguito,  
  per  
  un  
  ripensamento,  
  l’intento  
  di  
  divorziare.  
  Ciò  
  perché  
  la  
  riconciliazione
    
  annulla  
  lo  
  status 
  di separazione e rende pertanto improcedibile la domanda di divorzio.
  QUALI SONO LE PROCEDURE CONSENSUALI DI DIVORZIO?
  Esistono 3 procedure consensuali divorzio:
  1
  .
  il 
  divorzio a domanda congiunta
  2
  .
  il 
  divorzio con negoziazione assistita
   
  3
  .
  il 
  divorzio davanti al sindaco
   (o un suo delegato) in funzione di Ufficiale delle Stato Civile 
  QUANTO TEMPO OCCORRE PER DIVORZIARE CON UNA PROCEDURA CONSENSUALE DI 
  DIVORZIO?
  Il  
  tempo  
  varia  
  a  
  seconda  
  della  
  procedura  
  usata.  
  Vedi  
  tale  
  indicazione,  
  per  
  ogni  
  singola  
  procedura, 
  cliccando sui link che trovi nel paragrafo precedente.
  POSSIAMO SCEGLIERE UNA QUALUNQUE PROCEDURA PER DIVORZIARE O CI SONO CONDIZIONI 
  PARTICOLARI PER ACCEDERE AD UNA SPECIFICA PROCEDURA. 
  La  
  coppia  
  è  
  libera  
  di  
  scegliere  
  quale  
  procedura  
  usare,  
  con  
  l’eccezione  
  della  
  procedura  
  di  
  divorzio 
  davanti  
  al  
  Sindaco  
  che  
  è  
  accessibile  
  solo  
  alla  
  coppia  
  che  
  non  
  abbia  
  figli  
  minorenni  
  o  
  non
    
  indipendenti 
  economicamente. 
  SE ABBIAMO TROVATO UN ACCORDO POSSIAMO DIVORZIARE DA SOLI O SERVE UN AVVOCATO? 
  Se  
  non
    
  ci  
  sono  
  figli  
  minorenni  
  o  
  ancora  
  a  
  carico
    
  i  
  coniugi  
  possono  
  eseguire  
  da  
  soli  
  la  
  procedura  
  di 
  divorzio davanti al Sindaco
  , non le altre, per le quali è necessario il ministero di un difensore. 
  COME SI PROCEDE?
  Il    
  divorzio    
  a    
  domanda    
  congiunta
      
  ed    
  il    
  divorzio    
  con    
  negoziazione    
  assistita
      
  si    
  eseguono, 
  fondamentalmente,  
    
  fornendo  
  al  
  giudice  
  la  
  disciplina  
  scritta  
  dei  
  rapporti  
  personali  
  e  
  patrimoniali  
  degli  
  ex 
  coniugi   
  successivi   
  al   
  divorzio,   
  frutto   
  di   
  un   
  accordo   
  tra   
  gli   
  stessi,   
  per   
  consentirgli   
  di   
  verificare   
  la 
  corrispondenza  
  di  
  detta  
  disciplina  
  agli  
  interessi  
  della  
  prole.  
  Ove  
  tale  
  corrispondenza  
  sussista,  
  il  
  giudice 
  approva   
  il   
  testo.   
  L’approvazione   
  della   
  disciplina   
  è   
  condizione   
  essenziale   
  per   
  poter   
  perfezionare   
  le 
  procedure ed ottenere il divorzio. 
  La  
  procedura  
  consensuale  
  di  
  divorzio  
  davanti  
  al  
  sindaco
    
  “(o  
  un  
  suo  
  delegato  
  in  
  funzione  
  di  
  Ufficiale  
  delle 
  Stato  
  Civile)”
    
  invece,  
  essendo  
  accessibile  
  solo  
  alle  
  coppie  
  che  
  non  
  hanno  
  figli  
  non  
  ancora  
  indipendenti 
  economicamente,  
  non  
  prevede  
  il  
  vaglio  
  del  
  giudice  
  e  
  pertanto  
  il  
  testo  
  contenente  
  la  
  detta  
  disciplina  
  viene 
  semplicemente  
  depositato  
  presso  
  la  
  Casa  
  Comunale  
  che  
  ne  
  attribuisce  
  validità  
  e  
  rende  
  obbligatorie  
  le 
  pattuizioni in essa contenute. 
  (Per  
  i  
  dettagli  
  sulle  
  attività  
  richieste  
  per  
  l’esecuzione  
  e  
  il  
  completamento  
  delle  
  singole  
  procedure 
  clicca sui link del presente paragrafo). 
  A COSA SERVE LA DISCIPLINA DEI RAPPORTI PATRIMONIALI E PERSONALI? 
  Tutte  
  le  
  procedure  
  di  
  divorzio  
  mirano  
  fondamentalmente  
  ad  
  impedire  
  il  
  prosieguo  
  delle  
  liti  
  che 
  hanno  
  indotto  
  i  
  coniugi  
  a  
  divorziare,  
  attraverso  
  la  
  realizzazione  
  di  
  una  
  disciplina  
  scritta
    
  cogente  
  dei 
  rapporti  
  personali
    
  (es.  
  con  
  chi  
  stanno  
  i  
  figli,  
  quando)  
  e  
  patrimoniali
    
  (es.  
  chi  
  paga,  
  cosa)  
  dei  
  coniugi  
  che 
  li  
  sollevi  
  dall’onere  
  di  
  dover  
  quotidianamente  
  trovare  
  un  
  accodo  
  su  
  tali  
  rapporti  
  in  
  un  
  momento  
  in  
  cui, 
  per il fatto delle liti, non sono più in grado di farlo. 
  Poiché  
  per  
  legge  
  i  
  patti  
  scritti,  
  che  
  contengono  
  la  
  disciplina  
  dei  
  rapporti  
  della  
  coppia  
  successivi  
  al 
  divorzio  
  devono  
  essere  
  rispettati  
  sotto  
  pena  
  di  
  importanti  
  sanzioni
  ,
    
  una  
  volta  
  stabiliti,  
  ad  
  entrambi  
  i 
  coniugi  
  basterà  
  pretendere  
  il  
  rispetto  
  di  
  quei  
  patti,  
  se  
  necessario  
  con  
  azione  
  giudiziale,  
  per  
  non  
  dover 
  più litigare sui rapporti da essi regolati. 
  SU COSA DEVO ACCORDARMI CON L’ALTRO CONIUGE PER POTER DIVORZIARE UTILIZZANDO UNA 
  PROCEDURA CONSENSUALE DI DIVORZIO?
  1
  .
  sul fatto di divorziare
  2
  .
  sulla disciplina dei rapporti personali 
  3
  .
  sulla disciplina dei rapporti patrimoniali  
  CHE TIPO DI DISCIPLINA DEI RAPPORTI PERSONALI 
  E’ NECESSARIO DARCI PER DIVORZIARE CON UNA PROCEDURA CONSENSUALE?
  è necessario prevedere un disciplina dettagliata su:
  1
  .
  l’affidamento della prole
  2
  .
  i tempi di permanenza della prole presso ciascun genitore 
  3
  .
  l’assegnazione della casa familiare
  Poiché  
  nelle  
  procedure  
  consensuali  
  di  
  divorzio  
  è  
  la  
  coppia  
  che  
  decide  
  la  
  disciplina  
  dei  
  propri 
  rapporti
    
  successivi  
  al  
  divorzio  
  stesso,  
  si  
  indica  
  qui  
  di  
  seguito  
  gli  
  elementi  
  essenziali  
  sui  
  quali  
  i  
  coniugi 
  devono  
  trovare  
  un  
  accordo  
  per  
  accedere  
  ad  
  una  
  qualunque  
  delle  
  dette  
  procedure.  
  (Siccome  
  la  
  procedura 
  di  
  divorzio  
  innanzi  
  all’Ufficiale  
  di  
  stato  
  Civile
    
  (cosiddetta  
  “divorzio  
  in  
  Comune”
  ),  
  non  
  è  
  procedibile  
  se  
  ci 
  sono  
  figli  
  non  
  ancora  
  indipendenti  
  economicamente,  
  se  
  siete  
  interessati  
  a  
  quella  
  procedura,  
  potete 
  passare al paragrafo successivo, escludendo quanto qui esposto con riferimento alla prole.
  1)  
  Riguardo  
  all’
  affidamento  
  della  
  prole
    
  è  
  preferibile  
  prevedere  
  il  
  regime  
  di  
  affido  
  condiviso  
  perché 
  la   
  previsione   
  del   
  regime   
  di   
  affido   
  esclusivo   
  della   
  prole   
  ad   
  uno   
  dei   
  due   
  coniugi,   
  in   
  assenza   
  di   
  un 
  adeguata  
  giustificazione  
  che  
  provi  
  l’inidoneità  
  dell’altro  
  genitore  
  a  
  condividere  
  l’affido,  
  potrebbe  
  non 
  superare  
  il  
  vaglio  
  del  
  collegio  
  nella  
  procedura  
  di  
  divorzio  
  tribunalizia  
  o  
  quello  
  del  
  Procuratore  
  della 
  Repubblica  
  nella  
  procedura  
  di  
  divorzio  
  con  
  negoziazione  
  assistita.  
  Ciò  
  giacché  
  la  
  legge  
  di  
  riforma  
  del 
  2006   
  ha   
  espressamente   
  previsto   
  la   
  preferenza   
  per   
  l’affido   
  di   
  tipo   
  condiviso   
  e   
  considerato   
  l’affido 
  esclusivo  
  come  
  soluzione  
  residuale  
  da  
  disporre,  
  come  
  detto,  
  solo  
  in  
  presenza  
  di  
  un  
  caso  
  di  
  inidoneità  
  di 
  uno dei genitori all’affido condiviso. 
  Non  
  deve  
  essere  
  previsto  
  l’affidamento  
  con  
  riferimento  
  alla  
  prole  
  maggiorenne  
  della  
  quale  
  si  
  dovrà 
  indicare solo il genitore con il quale risiederà fino all’indipendenza economica.
  2)  
  Per  
  quanto  
  riguarda  
  il  
  tempo  
  che  
  la  
  prole  
  deve  
  passare  
  con  
  un  
  genitore  
  e  
  con  
  l’altro
  ,  
  questo 
  dovrebbe  
  essere  
  di  
  pari  
  entità  
  per  
  evitare  
  che  
  la  
  prole  
  formi  
  un  
  carattere  
  che  
  consista  
  della  
  clonazione 
  del  
  carattere  
  del  
  genitore  
  con  
  il  
  quale  
  dovesse  
  convivere  
  per  
  un  
  tempo  
  troppo  
  esteso.  
  E’  
  stato  
  osservato 
  infatti  
  che  
  la  
  prole  
  è  
  portata  
  ad  
  assorbire  
  e  
  ripetere  
  le  
  reazioni  
  ai  
  casi  
  della  
  vita  
  del  
  genitore  
  con  
  il  
  quale 
  prevalentemente convive. 
  Per  
  evitare  
  questo  
  problema  
  la  
  legge  
  di  
  riforma  
  del  
  diritto  
  di  
  famiglia  
  ha  
  espressamente  
  previsto  
  il 
  diritto  
  della  
  prole
    
  di  
  passare  
  un  
  tempo  
  equilibrato  
  e  
  continuativo  
  con  
  entrambi  
  i  
  genitori  
  considerando 
  evidentemente  
    
  preferibile  
  che  
  la  
  prole  
  formi  
  un  
  carattere  
  terzo  
  fondato  
  sull’osservazione  
  critica  
  delle 
  condotte  
  di  
  più  
  persone,  
  e  
  significativamente  
  la  
  legge  
  10  
  novembre  
  2014,  
  n.  
  162  
  art.lo  
  6  
  comma  
  3  
  che 
  disciplina  
  la  
  procedura  
  di  
  divorzio  
  con  
  negoziazione  
  assistita
  ,  
  ha  
  reso  
  obbligatorio  
  che  
  gli  
  avocati 
  inseriscano  
  nella  
  convenzione  
  la  
  seguente  
  dizione:  
  “
  gli  
  avvocati  
  hanno  
  informato  
  le  
  parti  
  dell'importanza 
  per il minore di trascorrere tempi adeguati con ciascuno dei genitori”
   nell’accordo di separazione. 
  3)  
  L’assegnazione  
  della  
  casa  
  familiare  
  è  
  un  
  istituto  
  che  
  consente  
  di  
  conservare  
  le  
  abitudini  
  della 
  prole    
  radicate    
  nella    
  casa    
  ove    
  si    
  è    
  incentrata,    
  prima    
  del    
  divorzio,    
  la    
  vita    
  della    
  famiglia, 
  indipendentemente  
  da  
  chi  
  abbia  
  il  
  diritto  
  di  
  detenzione  
  di  
  tale  
  immobile  
  (proprietà,  
  comproprietà, 
  titolarità   
  di   
  un   
  contratto   
  di   
  locazione   
  o   
  di   
  comodato.   
  La   
  coppia   
  può   
  prevedere   
  un   
  diritto   
  di 
  assegnazione   
  a   
  favore   
  di   
  quello   
  dei   
  due   
  coniugi   
  con   
  il   
  quale   
  viene   
  stabilito   
  che   
  la   
  prole   
  conviva 
  prevalentemente. Vedi aplius 
  Qui
   
  CHE TIPO DI DISCIPLINA DEI RAPPORTI PATRIMONIALI
  E’ NECESSARIO DARCI PER DIVORZIARE CON UNA PROCEDURA CONSENSUALE?
  A) Con riferimento ai figli, 
  Le    
  pattuizioni    
  che    
  disciplinano    
  i    
  rapporti    
  patrimoniali    
  della    
  coppia    
  devono    
  prevedere 
  necessariamente   
  l’obbligo   
  a   
  carico   
  del   
  coniuge   
  più   
  abbiente   
  di   
  pagare   
  un   
  assegno   
  all’altro   
  per 
  concorrere  
  al  
  mantenimento  
  della  
  prole  
  durante  
  i  
  periodi  
  di  
  permanenza  
  della  
  prole  
  con  
  quest’ultimo. 
  (salvi i rarissimi casi in cui la prole abbia adeguate risorse proprie)
   ove:  
  1
  .
  vi siano differenze tra 
  le risorse
   dei due genitori e 
  2
  .
  il tempo di permanenza della prole con ciascun genitore crea una sperequazione di dette risorse. 
  Tale   
  contributo   
  deve   
  consistere   
  in   
  una   
  corresponsione   
  periodica   
  denaro:   
  il   
  c.d.   
  “assegno   
  di 
  mantenimento”
  .
  Se  
  i  
  figli  
  sono  
  minorenni  
  il  
  beneficiario  
  dell’assegno  
  (cioè  
  il  
  creditore  
  di  
  tale  
  prestazione)  
  non  
  è 
  immediatamente   
  il   
  minore   
  o   
  i   
  minori   
  ma   
  è   
  il   
  coniuge   
  coaffidatario   
  (se   
  è   
  previsto   
  l’affidamento 
  condiviso)  
  o  
  il  
  coniuge  
  affidatario  
  esclusivo  
  della  
  prole.  
  La  
  prole  
  è  
  il  
  beneficiario  
  mediato  
  di  
  tale 
  corresponsione,  
  nel  
  senso  
  che  
  il  
  coniuge  
  che  
  riceve  
  gli  
  assegni  
  dall’altro  
    
  per  
  il  
  mantenimento  
  della 
  prole deve volgerli a tale scopo e non può usarli in altro modo. 
  Se  
  i  
  figli  
  sono  
  maggiorenni,  
  è  
  possibile  
  prevedere  
  che  
  il  
  contributo  
  venga  
  versato  
  immediatamente 
  a   
  loro,   
  che   
  diventano   
  i   
  creditori   
  della   
  prestazione   
  del   
  versamento   
  dell’assegno   
  periodico.   
  Tale 
  previsione  
  proposta  
  dai  
  coniugi  
  può  
  non  
  essere  
  accettata  
  dal  
  Giudice,  
  che,  
  anche  
  nelle  
  procedure  
  di 
  consensuali   
  di   
  divorzio,   
  ha   
  l’obbligo   
  di   
  verificare   
  la   
  corrispondenza   
  delle   
  pattuizioni   
  dei   
  coniugi 
  all’interesse  
  della  
  prole  
  anche  
  maggiorenne  
  (
  art.  
  337  
  septies  
  c.c.
  ).  
  (Ad  
  es.  
  pattuizioni  
  che  
  prevedessero 
  il  
  versamento  
  dell’assegno  
  di  
  mantenimento  
  della  
  prole  
  a  
  figli  
  tossicodipendenti  
  non  
  verrebbe  
  validato 
  dal giudice).   
  Se  
  i  
  figli  
  sono  
  più  
  di  
  uno  
  è  
  necessario  
  prevedere  
  un  
  assegno  
  periodico  
  specifico  
  per  
  ciascun  
  figlio, 
  non  
  essendo  
  possibile  
  prevedere  
  un  
  unico  
  assegno  
  cumulativo.  
  Ciò  
  in  
  quanto  
  gli  
  assegni  
  sono  
  soggetti 
  a  
  revisione  
  separata.  
  Cioè  
  quando  
  un  
  figlio  
  trova  
  un  
  lavoro  
  e  
  consegue  
  adeguati  
  redditi  
  propri,  
  il 
  coniuge  
  obbligato  
  a  
  corrispondere  
  un  
  assegno  
  per  
  il  
  suo  
  mantenimento  
  può  
  chiedere  
  giudizialmente  
  di 
  essere  
  sollevato  
  da  
  tale  
  obbligo,  
  ma  
  non  
  da  
  quello  
  di  
  corrispondere  
  gli  
  assegni  
  per  
  il  
  mantenimento 
  degli   
  altri   
  figli   
  non   
  ancora   
  economicamente   
  indipendenti.   
  Pertanto   
  ogni   
  assegno   
  deve   
  essere 
  specificamente determinato nel suo preciso ammontare per ognuno dei figli. 
  L’aggiornamento   
  della   
  misura   
  degli   
  assegni   
  al   
  costo   
  della   
  vita   
  c.d.   
  aggiornamento   
  ISTAT   
  è 
  obbligatorio e può comportare una riduzione degli assegni in caso (raro) di deflazione.
  Non  
  è  
  possibile  
  prevedere  
  un  
  termine  
  per  
  la  
  corresponsione  
  degli  
  assegni  
  di  
  mantenimento  
  della 
  prole:  
  es.  
  pagherò  
  gli  
  assegni  
  fino  
  al  
  compimento  
  dell’anno  
  18
  mo
    
  di  
  mio  
  figlio,  
  trattandosi  
  il  
  tempo  
  della 
  corresponsione  
  dell’assegno  
  per  
  il  
  mantenimento  
  dei  
  figli  
  di  
  un  
  diritto  
  indisponibile  
  regolato  
  da  
  norme 
  imperative.  
  (Cioè  
  è  
  la  
  legge  
  stessa  
  a  
  stabilire  
  imperativamente  
  la  
  durata  
  del  
  tempo  
  nel  
  quale  
  devono 
  essere   
  pagati   
  gli   
  assegni
  ,   
  pertanto   
  detta   
  durata   
  non   
  può   
  essere   
  stabilita   
  dai   
  genitori   
  in   
  modo 
  differente).
  B)  Con riferimento all’ex coniuge
  : 
    
  Oltre  
  all’assegno  
  di  
  mantenimento  
  della  
  prole
  ,  
  la  
  Legge  
  riconosce  
  al  
  coniuge  
  economicamente  
  più 
  debole  
  il  
  diritto  
  ad  
  un  
  assegno  
  divorzile
    
  cioè  
  ad  
  una  
  corresponsione  
  periodica  
  di  
  una  
  somma  
  di  
  denaro. 
  La   
  previsione   
  di   
  un   
  assegno   
  divorzile   
  -a   
  differenza   
  dell’assegno   
  per   
  il   
  mantenimento   
  dei   
  figli- 
  quantunque  
  vi  
  siano  
  differenze  
  tra  
  le  
  risorse  
  dei  
  coniugi,  
  non  
  è  
  giuridicamente  
  obbligatoria  
  e  
  può 
  essere rinunciata volontariamente dal coniuge più debole economicamente. 
  Se  
  quest’ultimo  
  invece  
  vuole  
  l’assegno  
  e  
  il  
  coniuge  
  più  
  abbiente  
  glielo  
  nega,  
  il  
  coniuge  
  più  
  debole 
  economicamente   
  può   
  ottenerlo,   
  d’imperio,   
  dal   
  giudice,   
  promuovendo   
  la   
  differente   
  procedura   
  di 
  divorzio contenzioso
  Leggi le 
  caratteristiche e i presupposti dell’assegno divorzile
   per l’ex coniuge.
  In   
  genere   
  per   
  trovare   
  un   
  accordo   
  sulla   
  misura   
  dell’assegno   
  divorzile   
  è   
  necessario   
  fare   
  una 
  previsione  
  realistica  
  sull’assegno  
  che  
  si  
  potrebbe  
  ottenere  
  in  
  un  
  giudizio  
  di  
  divorzio  
  contenzioso,  
  cioè 
  in  
  un  
  giudizio  
  nel  
  quale  
  è  
  il  
  giudice  
  al  
  posto  
  dei  
  coniugi  
  a  
  decidere  
  la  
  misura  
  dell’assegno.  
  Ciò  
  si  
  può 
  fare  
  rivolgendosi  
  ad  
  un  
  avvocato  
  o  
  valutando  
  quanto  
  occorre  
  al  
  coniuge  
  più  
  debole  
  per  
  mantenere  
  il 
  tenore di vita goduto in costanza di matrimonio. 
  Recentemente   
  una   
  sentenza   
  della   
  Corte   
  di   
  Cassazione   
  Civile,   
  (sez.I,   
  sentenza   
  10/05/2017   
  n° 
  11504)
  ,  
  ha  
  stabilito  
  che  
  l’assegno  
  non  
  deve  
  essere  
  adeguato  
  alla  
  necessità  
  di  
  conservare  
  il  
  tenore  
  di  
  vita 
  goduto  
  in  
  costanza  
  di  
  matrimonio,  
  ma  
  deve  
  solo  
  assicurare  
  una  
  condizione  
  di  
  vita  
  dignitosa.  
  Trattasi 
  tuttavia   
  di   
  una   
  giurisprudenza   
  (la   
  giurisprudenza   
  è   
  l’insieme   
  delle   
  sentenze   
  su   
  un   
  determinato 
  argomento)  
  minoritaria  
  (cioè  
  di  
  numero  
  inferiore  
  rispetto  
  all’insieme  
  di  
  quelle  
  emesse  
  dalla  
  Suprema 
  Corte   
  che   
  interpretano   
  la   
  legge   
  in   
  modo   
  opposto).   
  La   
  giurisprudenza   
  maggioritaria   
  attualmente 
  stabilisce  
  ancora  
  che  
  l’adeguatezza  
  dell’assegno  
  alla  
  conservazione  
  del  
  tenore  
  di  
  vita  
  matrimoniale  
  è  
  il 
  criterio per determinare la misura dell’assegno divorzile. 
  Una  
  volta  
  fatta  
  una  
  previsione  
  di  
  massima  
  sulla  
  misura  
  dell’assegno  
  divorzile  
  che  
  potrebbe  
  essere 
  riconosciuto  
  in  
  un  
  giudizio  
  contenzioso  
  dal  
  giudice  
  al  
  coniuge  
  più  
  debole,  
  la  
  coppia  
  può  
  decidere  
  di 
  evitare  
  le  
  lungaggini  
  e  
  i  
  costi  
  di  
  un  
  divorzio  
  contenzioso  
  e  
  accordarsi  
  sulla  
  misura  
  dell’assegno  
  divorzile 
  per accedere ad una delle procedure consensuali di  divorzio.
  Naturalmente  
    
  non  
  è  
  previsto  
  dalla  
  legge  
  alcun  
  limite  
  alla  
  misura  
  dell’assegno:  
  se  
  il  
  coniuge 
  economicamente  
  più  
  forte  
  vuole  
  pagare  
  un  
  assegno  
  abbondante,  
  la  
  coppia  
  è  
  libera  
  di  
  scegliere  
  una 
  misura  
  di  
  assegno  
  divorzile  
  particolarmente  
  generosa  
  se  
  il  
  coniuge  
  meno  
  abbiente  
  accetta  
  una  
  misura 
  ridotta  
  o  
  rinuncia  
  a  
  all’assegno  
  divorzile  
  questo  
  è  
  consentito,  
  non  
  essendo  
  vincolata  
  la  
  determinazione 
  dell’assegno per l’ex coniuge al calcolo del tenore di vita goduto in costanza di matrimonio.  
  
 
 
 
 
  
 
   
 
 
 
 
 
 
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