INDICE DEL CAPITOLO COS’È   LA   SEPARAZIONE   DEI   CONIUGI               -               LA   CASA   FAMILIARE                  -                  IL   DIRITTO   DI   ASSEGNAZIONE                  -                  L’AFFIDAMENTO   DEI FIGLI         -         L’ASSEGNO   DI   MANTENIMENTO         -          L’ASSEGNO   PER   IL   CONCORSO   AL   MANTENIMENTO   DEI   FIGLI          -          LA      SEPARAZIONE CON   ADDEBITO                -                SEPARAZIONE   DEI   BENI   E   REGIME   PATRIMONIALE   DELLA   FAMIGLIA               -               RIMBORSI   E   RESTITUZIONI                  -     DIRITTI   SUCCESSORI   NELLA   SEPARAZIONE                   -                  LA   RICONCILIAZIONE                   -                  LE   TASSE   E      LE   AGEVOLAZIONI   FISCALI             -           MODIFICA DELLE CONDIZIONI DI SEPARAZIONE CLICCA SUI LINK DELL’INDICE _____________________________________________ COSA VUOL DIRE SEPARAZIONE CON ADDEBITO (O SEPARAZIONE PER COLPA)? In   costanza   di   matrimonio   i   coniugi   sono   tenuti   al   rispetto   degli   obblighi   che   derivano   dal   fatto   del matrimonio. Tali    obblighi    sono    stabiliti    dall’art.lo    143    c.c.    (l eggi    qui    l’intero    art.lo    143    c.c.) :    “fedeltà,    coabitazione, assistenza    morale    e    materiale,    obbligo    di    contribuire    agli    interessi    della    famiglia    con    il    proprio    lavoro professionale o casalingo” . Nel   caso   in   cui   uno   dei   due   coniugi   abbia   violato   tali   obblighi   e   questa   violazione   ha   provocato   la separazione   (pensiamo   ad   es.   ad   una   relazione   extraconiugale),   il   giudice   gli   addebita   la   colpa   del   fatto della   separazione,   emettendo   una   sentenza   di   separazione   con   addebito.   (La   separazione   per   colpa   è sinonimo di separazione con addebito). QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELL’ADDEBITO? Le conseguenze giuridiche dell’addebito sono: 1 . la perdita del diritto di ricevere un assegno di mantenimento   leggi l’art.lo 156 c.c.  e 2 . la   perdita   dei   diritti   successori    (cioè   del   diritto   di   ereditare   i   beni   dell’altro   coniuge   in   caso   di   suo decesso) leggi gli art.li 548 e 585 c.c . QUANDO LE CONSEGUENZE DELL’ADDEBITO NON SONO GRAVI?   1 .    Se   intendete   divorziare   (con   riferimento   ai   diritti   successori) :   I   diritti   successori   si   perdono comunque   con   il   divorzio ,   indipendentemente   dal   fatto   che   la   separazione   sia   stata   addebitata   o   meno ad    uno    dei    coniugi.    Se    intendete    divorziare    pertanto,    la    perdita    dei    diritti    successori    come conseguenza   dell’addebito   nella   separazione   non   è   importante   sul   piano   degli   effetti   tecnici.   Inoltre poiché   la   legge   di   riforma   ha   ridotto   il   tempo   che   occorre   attendere   dopo   la   separazione   per   poter chiedere   il   divorzio   da   3   anni   a   6/12   mesi ,   se   intendete   divorziare,   la   perdita   dei   diritti   successori   che consegue a tale scelta avverrebbe anche in tempi molto brevi. 2 .       Se   siete   il   coniuge   più   abbiente   dei   due:    in   questo   caso   non   avete   il   diritto   di   ricevere   un   assegno di   mantenimento   dall’altro.   Subire   l’addebito   pertanto   non   ha   alcuna   reazione   nel   concreto   sulle vostre   disponibilità   successive   alla   separazione.   Per   il   fatto   di   avere   maggiori   risorse   infatti,   anche senza   subire   l’addebito,   non   avreste   comunque   ottenuto   una   sentenza   che   obbligasse   l’altro   a   pagarvi un assegno di mantenimento. QUANDO LE CONSEGUENZE DELL’ADDEBITO SONO GRAVI? 1 .         Se    l’altro    coniuge    è    ricco    e    in    punto    di    morte :    Il    “caso    di    scuola”    della    massima    gravità dell’addebito   è   quello   della   coniuge   di   un   anziano   miliardario   in   punto   di   morte.   L’addebito   della separazione   esclude   sia   l’assegno   di   mantenimento,   sia   i   diritti   successori   del   coniuge ,   pertanto, nell’esempio,   nel   caso   del   decesso   della   persona   particolarmente   abbiente   durante   la   separazione, l’altro coniuge separato con addebito non erediterebbe alcunché.   2 .          Se   non   avete   risorse   per   mantenervi   autonomamente:   Se   fate   la   casalinga   o   comunque   avete risorse   marcatamente   inferiori   rispetto   a   quelle   dell’altro   coniuge   e   dunque   avete   in   astratto   diritto   di ricevere,   in   caso   di   separazione,   un   assegno   di   mantenimento ,   subire   l’addebito   della   separazione   vi priverebbe del tutto di tale risorsa. ALTRE POSSIBILI CONSEGUENZE DELL’ADDEBITO: 1 .         Influenza    psicologica    sul    giudice :    Oltre    agli    effetti    tecnici    immediati    dell’addebito    appena descritti,   ve   ne   sono   altri   che   consistono   nei   riflessi   che   la   causa   dell’addebito   (una   condotta   improba di   un   coniuge,   violativa   degli   obblighi   che   trovano   fonte   nell’articolo   143   c.c. )   può   avere   sull’emotività dei    giudici.    I    giudici    non    sono    macchine    ma    esseri    umani    e    pertanto    potrebbero    essere    tentati inconsapevolmente   di   punire   il   coniuge   più   abbiente   che   abbia   tenuto   condotte   reprensibili,   ad   es. condannandolo   a   pagare   un   assegno   maggiorato   rispetto   alla   misura   appropriata   ed   equa   (emettendo una c.d. “sentenza punitiva” ). 2 .         Riflessi    dell’addebito    della    separazione    sul    divorzio:     La    legge    sul    divorzio    non    contempla l’addebito.   Tuttavia,   se   il   coniuge   meno   abbiente   subisce   l’addebito   della   separazione,   oltre   a   perdere l’assegno   di   mantenimento   al   quale   avesse   diritto,   nella   (eventuale)   successiva   procedura   di   divorzio   egli   può   trovare   maggiori   difficoltà   ad   ottenere   un   adeguato   assegno   divorzile .   Ciò   non   solo   per   il motivo   indicato   nel   precedente   punto   1   del   presente   paragrafo,   ma   anche   perchè   la   legge   sul   divorzio prevede   che   il   giudice,   nel   determinare   l’assegno   divorzile,   debba   aver   riguardo,   inter   alia,   alle   ”ragioni della   decisione”   (art.   5   co.   3   L.   898/70) .   Queste   possono   riferirsi   anche   a   condotte   tenute   da   un   coniuge   non necessariamente   dopo   la   separazione   ma   anche   prima,   se   hanno   avuto   l’effetto   di   indurre   l’altro   a divorziare,   introducendo   preventivamente   la   necessaria   procedura   di   separazione.   Onde   se   vi   è   stato un   accertamento   giurisdizionale   del   fatto   della   violazione   da   parte   di   un   coniuge   degli   obblighi   che derivano   dal   fatto   del   matrimonio,   questa   circostanza   può   reagire   negativamente   rispetto   su   di   lui anche nella (eventuale) successiva procedura di divorzio. Talvolta    le    condotte    improbe    possono    integrare    la    fattispecie    di    reati    e    provocare    un    danno    che    è indipendentemente e separatamente risarcibile all’altro coniuge. E’ SUFFICIENTE LA VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI CHE DERIVANO DAL FATTO DEL MATRIMONIO DA PARTE DI UN CONIUGE PERCHÉ A QUESTI VENGA ADDEBITATA LA SEPARAZIONE?  No.   la   Legge   prevede   che   la   violazione   degli   obblighi   che   derivano   dal   fatto   del   matrimonio   eseguita da   un   coniuge   debba   essere   eziologicamente   collegata   alla   separazione   perché   sia   disposto   l’addebito   a   suo carico:   la   violazione   non   deve   essersi   semplicemente   verificata,   ma   deve   aver   causato   la   separazione ,   deve esserci cioè il c.d. nesso causale tra la violazione degli obblighi e la separazione stessa. In   genere   la   sussistenza   del   nesso   causale   viene   riconosciuta   quando   la   violazione   degli   obblighi   che derivano   dal   fatto   del   matrimonio   commessa   da   un   coniuge   abbia   indotto   nell’altro   uno   stato   d’ira   o   di disagio tale da indurlo a decidere di separasi. Se   tale   violazione   è   invece   avvenuta   anni   addietro,   è   da   tempo   cessata   e   il   coniuge   che   l’ha   subita, astenendosi   dal   chiedere   la   separazione   per   anni   ha   espresso,   per   facta   concludentia,   di   aver   tollerato   le condotte   illegittime   dell’altro,   non   può   chiedere   l’addebito   della   separazione   anni   dopo,   sostenendo   che   la sua   volontà   di   separarsi   è   stata   provocata   da   tali   risalenti   eventi.      Mancano,   nell’esempio,   le   condizioni   per poter ottenere l’addebito. SE HO TRADITO L’ALTRO CONIUGE ANNI FA, MA POI CI SIAMO RICONCILIATI E LUI MI HA PERDONATO, PUÒ EGLI CHIEDERE OGGI LA SEPARAZIONE CON ADDEBITO A MIO CARICO, SOSTENENDO CHE HO VIOLATO L’OBBLIGO DI FEDELTÀ?    No.   Come   sopra   detto,   il   tradimento,   cioè   la   relazione   extraconiugale,   deve   essere   la   causa   della separazione   per   poter   chiedere   l’addebito.   Se   tale   relazione   nota   all’altro   coniuge,   tollerata   dallo   stesso,   è avvenuta   anni   prima   ed   è   cessata,   egli   non   può   sostenere   che   il   motivo   che   lo   ha   spinto   a   chiedere   la separazione è il “tradimento”. Immaginiamo   invece   il   diverso   caso   di   una   relazione   extraconiugale   intrattenuta   da   un   coniuge   che sia   stata   da   poco   scoperta,   non   sia   stata   perdonata   e   abbia   provocato   nell’altro   uno   stato   d’ira   tale   da indurlo   a   chiedere   la   separazione.   In   questo   caso   l’addebito   è   ottenibile   sussistendo   il   nesso   causale   tra   il fatto del recente tradimento e il fatto della separazione.     Può   essere   ottenuto   l’addebito   anche   se   un   coniuge   ignorava    la   relazione   extraconiugale   dell’altro (avvenuta   anni   prima   e   cessata)   e   scoprendola,   nello   stato   d’ira   derivante   da   tale   scoperta,   chiede   la separazione.   In   questo   caso   sussiste   il   nesso   eziologico   tra   un   tradimento   pur   anco   risalente   e   la   richiesta di separazione.  QUANTE PROBABILITÀ CI SONO DI FARE ADDEBITARE LA SEPARAZIONE ALL’ALTRO CONIUGE? Con     riferimento     alla     violazione     dell’ “obbligo     di     assistenza     morale      (art.lo     143     c.c.) ,     durante l’istruttoria,   in   genere,   entrambe   i   coniugi   sono   in   grado   di   lamentare   simmetricamente   condotte   improbe da   parte   dell’altro   e   pertanto   i   giudici   tendono   a   considerare   come   causa   della   separazione   un’emersa incompatibilità   di   carattere   e   a   non   ad   ascrivere   esclusivamente   ad   un   coniuge   la   colpa   della   separazione. Ciò   li   induce   ad   astenersi   dall’addebitare   la   separazione   ad   uno   dei   due.   Per   quanto   sopra   detto,   secondo   le statistiche   pubblicate   sulle   riviste   giuridiche,   l’addebito   per   la   violazione   del   solo   obbligo   di   assistenza morale   in   assenza   di   fenomeni   eclatanti   e   gravi   è   scarsamente   applicato.   Per   ottenere   l’addebito   nei confronti   dell’altro   coniuge   per   violazione   dell’obbligo   sopra   descritto   occorrono   casi   gravi   di   violenza verbale non reciproca o atti di violenza fisica non reciproca come il caso in cui il marito picchia la moglie. Con     riferimento     alla     violazione     dell’ “obbligo     di     assistenza     materiale ”,     provando     la     mancata contribuzione   economica   unilaterale   ed   esclusiva   del   coniuge   più   abbiente   ai   bisogni   della   famiglia,   è possibile ottenere l’addebito a carico di questi. Con   riferimento   alla   violazione   dell’ “obbligo   di   contribuire   agli   interessi   della   famiglia   con   il   proprio lavoro    professionale    o    casalingo ,    è    possibile    ottenere    l’addebito    provando    la    mancata    contribuzione economica   del   coniuge   più   abbiente   ai   bisogni   della   famiglia   o   la   grave   trascuratezza   della   famiglia   e   della prole   praticata   da   parte   del   coniuge   che   si   astiene   dal   lavoro   casalingo,   pur   non   essendo   impegnato   in   un lavoro professionale. Con   riferimento   alla   violazione   dell’ “obbligo   di   fedeltà    e   coabitazione ,   (art.lo   143   c.c.)    la   prova   del fatto   che   un   solo   coniuge   ha   tradito   o   si   è   allontanato   dalla   casa   coniugale   senza   il   consenso   dell’altro   è più    agevole    (pensiamo    al    caso    che    vengano    prodotte    in    giudizio    delle    fotografie    di    un    coniuge    in atteggiamenti   inequivoci   con   un’amante,   ottenute   dall’altro   che   ha   ingaggiato   un   investigatore   privato,   od a   prove   testimoniali   del   fatto   dell’allontanamento   di   un   coniuge   dalla   casa   coniugale   senza   il   consenso dell’altro)   ed   è   pertanto   più   facile   ottenere   l’addebito   ricorrendone   i   presupposti   tecnici   (vedi   paragrafi precedenti). E’    salvo    il    caso    di    forza    maggiore:    se    il    marito    picchia    la    moglie,    questi    non    può    lamentare l’allontanamento   della   moglie   dalla   casa   coniugale   senza   il   suo   consenso   allo   scopo   di   ottenere   l’addebito della separazione a carico della moglie.   POSSO ACCORDARMI CON L’ALTRO CONIUGE PER ATTRIBUIRE A LUI L’ADDEBITO IN UNA SEPARAZIONE CONSENSUALE?       No.   Per   il   fatto   che   la   Legge   rimette   al   giudice   il   potere   di   verificare   i   fatti   e   condannare   un   coniuge alla   separazione   con   addebito,   i   coniugi   non   possano   sostituirsi   al   giudice   e   disporre   l’addebito   della separazione ad uno di loro sulla base di un accordo. POSSO CHIEDERE L’ADDEBITO NEL DIVORZIO? No. La legge sul divorzio non contempla l’addebito. IL CONIUGE SEPARATO CON ADDEBITO NON HA ALCUN DIRITTO  DI NATURA PATRIMONIALE NEI CONFRONTI DELL’ALTRO? Come   sopra   detto,   il   coniuge   separato   con   addebito   non   ha   diritto   all’assegno   di   mantenimento   e perde   i   diritti   successori,   tuttavia   egli   conserva   il   diritto   all’ assegno   alimentare    qualora   cada   in   stato   di indigenza (art. n. 156 c.c. comma 3) . Con   riferimento   ai   diritti   successori   il   separato   con   addebito   perde   il   diritto   di   ereditare   alcunché dall’altro    coniuge,    ma    conserva    il    diritto    ad    un    assegno    vitalizio     se    al    momento    dell'apertura    della successione godeva degli alimenti   a carico del coniuge deceduto”   leggi gli art.li 548 e 585 c.c.
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prec. succ.
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